Le zecche possono essere vettori della malattia di Lyme?

Abbiamo pubblicato di recente l’articolo sulla febbre emorragica trasmessa dalle zecche e ora continuiamo con un’altra malattia emergente anch’essa legata alla puntura di questi artropodi e nota come malattia di Lyme.

Il motivo per cui si insiste sul tema delle malattie trasmesse dalle zecche è la continua comparsa sui media di notizie che fanno riferimento a questi artropodi. In questa occasione si parla di un’importante malattia infettiva in cui le zecche agiscono come vettori intermedi di un agente batterico chiamato Borrelia burgdorferi, che trasmettono all’uomo dopo averlo precedentemente acquisito da animali selvatici come cervi, uccelli o roditori.

La malattia di Lyme è stata riconosciuta per la prima volta negli anni ’70 negli Stati Uniti ed è probabilmente la più comune malattia trasmessa dalle zecche negli Stati Uniti e anche in Europa.

Le persone che hanno maggiori probabilità di essere infettate sono quelle che vivono o viaggiano in aree in cui le zecche sono frequentemente presenti o che hanno contatti con animali selvatici.

Sebbene il numero di persone colpite non sia particolarmente elevato, la sua importanza risiede nel fatto che è considerata una malattia emergente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, con un aumento percentuale molto elevato del numero di persone colpite negli ultimi anni.

I sintomi iniziali nell’uomo comprendono febbre, rash cutaneo, brividi, mal di testa, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi. Con il progredire dell’infezione, possono essere colpite le articolazioni, il cuore e il sistema nervoso, e i sintomi si aggravano con artrite, paralisi facciale, palpitazioni, vertigini, difficoltà respiratorie, gonfiore del cervello e del midollo spinale e altri sintomi.

Ogni individuo può reagire in modo diverso all’infezione, ma in generale si distinguono tre fasi che a volte si sovrappongono. Il primo stadio è definito “localizzato precoce”. Il secondo stadio è chiamato “a diffusione precoce”. Infine, il terzo stadio è definito “a diffusione tardiva”.

È importante notare che non ci sono prove che la malattia sia contagiosa da persona a persona. È cioè necessaria la trasmissione del batterio attraverso il morso della zecca. La trasmissione attraverso i fluidi corporei (tosse, starnuti, saliva, latte materno), la trasmissione sessuale o le trasfusioni di sangue non è considerata. Inoltre, affinché si verifichi una trasmissione efficace dell’agente batterico, la zecca deve rimanere attaccata alla persona per un numero sufficiente di ore (24-36 ore).

Alla luce di quanto detto, per evitare di correre inutili rischi di punture di zecche, se andiamo a fare una passeggiata o un’escursione in zone in cui sono presenti questi ospiti, è consigliabile indossare un abbigliamento adeguato che copra la maggior parte del corpo, camminare su sentieri appositi e controllare spesso noi stessi e i nostri animali domestici per vedere se qualche zecca si è attaccata al nostro corpo. In questo caso, è necessario rimuoverla accuratamente con una pinzetta (non usare prodotti chimici o altre tecniche aggressive che potrebbero lasciare una parte della zecca all’interno della nostra pelle).